L'EUROPA CHE VORREI
Mancano ormai pochi mesi alle prossime elezioni europee ed il movimento 5 stelle dovrebbe ormai fare mente locale e decidere l’Europa che vorrebbe. Sicuramente un’ Europa dei cittadini e non quella delle banche e dei banchieri. Anche un nuovo presidente della Commissione Europea sarà chiamato a sostituire il portoghese José Manuel Barroso. Bisogna quindi arrivare preparati all’evento. Al riguardo vorrei riportare un interessante articolo scritto da una attivista, Maria Montella, che mi ha colpito non poco:
< Dal “IL PIU’ GRANDE CRIMINE Di Paolo Barnard” ho selezionato le parti più importanti legate alla politica Europea e le ho sintetizzate mettendo in risalto i punti chiave su cui dobbiamo porre il dibattito per le prossime elezioni politiche europee.
CI SARA’ UN’EUROPA UNITA GOVERNATA DA FUNZIONARI NON ELETTI E CONTROLLATI DA UNA RETE DI LOBBY FINANZIARIE E INDUSTRIALI. QUESTI FUNZIONARI NON ELETTI EMETTERANNO LEGGI CON POTERE SOVRANAZIONALE IN MODO DA SOTTRARRE IL POTERE REALE AI PARLAMENTI NAZIONALI. QUESTA NUOVA EUROPA SARA’ DOTATA DI UNA UNIONE MONETARIA TOTALMENTE FUORI DAL CONTROLLO DEI GOVERNI SOVRANI E PRIVA DI UN’AUTORITA’ ECONOMICA CENTRALE.
Questa truffa secondo Barnard fu ‘venduta’ agli elettori europei come un passo verso un futuro economico più brillante e un’Europa più civile. Nella UE la creazione dei trattati di Maastricht e di Lisbona – ratificati in legge nazionale da tutti gli Stati – ne ha di fatto abolito la sovranità legislativa. L’Europa vive oggi l’assurdo paradosso di avere una Commissione Europea potentissima che governa tutti con le sue direttive sovranazionali, ma che nessun europeo elegge, ed un parlamento europeo che è invece eletto dai cittadini ma che non può proporre le leggi . I parlamenti nazionali sono di fatto evirati poiché i Trattati stabiliscono specificamente la supremazia delle leggi UE sia sulle leggi nazionali che sulle Costituzioni.
Ma cosa accade in una società quando non può creare moneta autonomamente?
Se una società da sola non può creare ricchezza finanziaria nuova, può solo far girare denaro in tondo. La sua unica chance di ottenere nuova ricchezza finanziaria è che qualcuno dall’esterno vi immette del denaro. E ci sono solo due entità che possono fare questo: lo Stato (a patto che abbia moneta sovrana) o le nazioni estere. Lo Stato lo fa spendendo più di quanto incassi dalle tasse. Le nazioni straniere lo fanno comprandoci i prodotti più di quanto ce ne vendano. Quindi se una società spera di crescere nella ricchezza finanziaria , può solo contare sul deficit dello Stato o sull’export. L’export però è imprevedibile, per cui la fonte più certa di ricchezza nuova e netta per noi privati è lo Stato a moneta sovrana, che può spendere a deficit senza reali problemi.
Ma cosa accade quando il denaro arriva nella società?
Se il governo dirige quella spesa ad acquistare cose che noi offriamo (beni + servizi), all’aumento delle produttività e alla tutela dei cittadini (cioè Spesa a Deficit Positiva), allora inevitabilmente anche le aziende si arricchiranno, si creeranno posti di lavoro, aumenteranno gli stipendi e dunque i risparmi, e i risparmi saranno spesi per arricchire qualcuno, ridistribuire ricchezza, creare ancora occupazione e così via in un circolo virtuoso. L’economia ne beneficia e anche la gente.
Ok, ora fermi tutti. E facciamo questo percorso al contrario. Immaginate che il governo smetta di versare più denaro di quanto incassi dalle tasse; in altre parole, smette la Spesa a Deficit Positivo perché i dogmi economici vigenti , come l’Isteria da Deficit, glielo impongono (come accade nel mondo reale europeo). A quel punto le aziende si aspettano di vendere di meno e quindi assumono meno lavoratori; la disoccupazione aumenta e i risparmi delle famiglie calano, i cittadini spenderanno di meno, la richiesta di prodotti cala anch’essa e l’economia soffre. Tipicamente a questo punto arrivano le ricette per la ripresa economica dettate proprio dalle elite neoclassiche, neomercantili e neoliberiste: tagliare gli stipendi, evitare la piena occupazione per tenere a bada l’inflazione, o persino privare i governi della loro capacità di spesa (come nell’Eurozona). Ricette che possono solo impoverirci ulteriormente. Una spirale a quel punto si innesca con ancor meno redditi, meno richiesta, meno vendite dappertutto, le aziende finiscono ancor più nei guai, licenziano di più, i governi devono intervenire e metterci delle costosissime (e inutili) pezze a suon di ammortizzatori sociali , salvataggi di banche e si ficcano sempre più nella Spesa a Deficit Negativo. Ma non finisce qui. Cala il PIL e quindi il deficit dello Stato sembrerà ancor più ipertrofico (perché viene calcolato in rapporto al PIL e se questo cala, la percentuale del deficit sul PIL cresce). A quel punto i mercati e le agenzie di rating (quelle che danno le pagelle alle economie) si allarmano, e spesso bocciano l’affidabilità economica di quei governi. Non vi sembra proprio quello che sta succedendo? Ma vediamo nel dettaglio la situazione.
Commissione Europea: non è eletta dai cittadini, si trova a Bruxelles, ed è formata da tecnocrati pesantemente influenzati dalle lobby finanziarie e del business (Corporate Europe Observatory). Le leggi che promuove sono sovranazionali e possono prevaricare persino le Costituzioni nazionali per effetto del principio di supremazia delle leggi UE sulle leggi nazionali e sulle Costituzioni.
Parlamento Europeo: è l’unica istituzione europea direttamente eletta dai cittadini ma non può promulgare leggi né proporle e ha grandi difficoltà ad ostacolare le direttive della Commissione.
Banca Centrale Europea (BCE): non può ‘monetizzare’ la spesa degli Stati dell’eurozona (lo proibiscono i Trattati di Maastricht e di Lisbona), che devono appunto rivolgersi ai mercati di capitali privati. La sovranità monetaria e di spesa degli Stati europei e di quelli dell’Euro è stata distrutta dai Trattati europei. Con l’introduzione dell’Euro, che è una moneta non sovrana, emessa da 17 banche centrali e che deve essere presa in prestito da ciascuno Stato bussando alle porte dei mercati dei capitali privati che acquisiscono gli Euro alla loro emissione. La Banca d’Italia oggi non può più versare denaro nelle riserve delle banche italiane ogni volta che il governo lo richiede, cioè non può farlo illimitatamente come accade negli USA o in Giappone o in GB. Ha dei forti limiti, che stanno nel fatto che essa non sta in cima alla piramide della creazione del denaro in Italia; sopra di lei c’è la BCE, alle cui porte anche la Banca d’Italia deve bussare per avere riserve in euro, e quelle riserve possono esaurirsi.
Oggi i 17 Stati dell’eurozona devono pagare gli interessi sul loro debito a dei privati, e dovranno anche tassare i cittadini. Questo significa che i creditori di fatto influenzano la politica fiscale di tutti i 17, e credo che vi rendiate conto di quale drammatica perdita di sovranità questo comporti. Inoltre, è notorio quanto volubili siano le entrate da prelievo fiscale, che non offrono garanzie di costanza e affidabilità tali da poter onorare debiti importanti.
Tutto ciò è stato cementato in legge sovranazionale dai Trattati europei come Maastricht (1993) e Lisbona (2007). Titoli astrusi come “The Stability and Growth Pact, The European Semester, Preventing Macroeconomic Imbalances, The Europact (Fiscal compact), nascondono un trasferimento di potere dagli Stati sovrani alle elite che non ha precedenti nella storia delle democrazie. I cittadini europei non conoscono i fini veri della Commissione a Bruxelles. I media ne riportano solo piccoli accenni nascosti nelle pagine finanziarie, nulla viene detto in tv.
Ma cosa sta succedendo esattamente?
La Commissione Europea, non eletta dai cittadini Europei, ha deciso di :
• Inasprire le regole di bilancio, non democraticamente scelte, che stanno paralizzando gli Stati.
• Avere pieno controllo dei bilanci degli Stati, persino prima che siano presentati ai parlamenti sovrani.
• Interferire nelle politiche nazionali riguardo al fisco, allo Stato Sociale, al lavoro, ai redditi .
• Imporre penalità monetarie severe sugli Stati inadempienti.
• Scaricare i costi delle sue politiche sulle parti più deboli della cittadinanza europea, ed imporre regole di competitività che si basano solo sul calo dei redditi e sui tagli al Sociale
• Rendere illegale le politiche di Spesa degli Stati UE oltre un limite estremamente ridotto, sempre attraverso i Trattati e leggi sovranazionali.
Lo Stability and Growth Pact (Patto di Stabilità e crescita) è parte del Trattato per il Funzionamento dell’Unione Europea (TFEU) ed impone agli Stati di mantenere il deficit di bilancio al 3% del PIL ed il debito pubblico al 60% del PIL, e non oltre. Con queste regole gli Stati sono limitati gravemente nella loro capacità di spesa. Ci sono anche delle penalità severe se non si rispettano le regole: multe dello 0,2% del PIL sono sul tavolo delle proposte . Queste sanzioni saranno votate da una ‘maggioranza al contrario’, cioè i ministri dovranno trovare una maggioranza per bocciare le multe della Commissione ed i parlamenti sovrani non possono intervenire.
Secondo le nuove regole della Commissione UE, i governi dovranno sottomettere i loro bilanci sia alla Commissione che al Consiglio Europeo nell’aprile di ogni anno. I due li esamineranno e manderanno delle raccomandazioni. Solo dopo questa procedura i governi potranno sottometterli ai propri parlamenti. Questo è grave perché le politiche di bilancio non sono più nazionali”.
Ma cosa accade se la Commissione obietta su parti di quei bilanci?
Una procedura chiamata Preventing Macroeconomic Imbalances entra in azione. Concede alla Commissione e al Consiglio Europeo poteri ampi di intervenire sulle politiche del lavoro, sulla tassazione, sullo Stato Sociale, sui servizi essenziali e sui redditi. Possono pretendere cambiamenti in tutte queste aree, ma naturalmente le prescrizioni saranno tagli a tutte le spese sociali e un aumento di alcune tasse. Alla faccia della sovranità nazionale. E poi, col pretesto di aumentare la competitività, le stesse prescrizioni saranno imposte agli Stati membri e nelle medesime politiche.
Europact o fiscal compact adottato dai capi di governo dell’Eurozona il 24 marzo 2011, stabilisce le seguenti regole:
1) la Commissione Europea (non eletta dai cittadini) viene confermata come l’organo di controllo dei decreti finali europei, e col compito di monitorarne l’ubbidienza.
2) la competitività è giudicata in rapporto al contenimento degli stipendi e all’aumento della produttività, con un monito secondo cui “gli aumenti notevoli e continuati nel costo del lavoro possono erodere la competitività”.
3) gli stipendi pubblici devono essere tenuti sotto controllo per non danneggiare la competitività, “tenendo a mente l’importante effetto trascinatore degli stipendi pubblici”.
4) la sostenibilità del debito pubblico nazionale viene giudicata a seconda della presunta generosità di spesa nella Sanità, Stato Sociale, e ammortizzatori sociali (nessun accenno ad altre spese succhia denaro come quelle militari).
5) le pensioni e gli esborsi sociali devono essere riformati “allineando il sistema pensionistico alla situazione demografica nazionale, per esempio allineando l’età pensionistica con l’aspettativa di vita”.
6) i deficit che superano i limiti già soffocanti del Patto di Stabilità saranno resi illegali dagli Stati membri che dovranno creare leggi interne ad hoc di “natura sufficientemente severa e duratura”.
Larghe parti di queste regole sono state concepite dalle potenti lobby Business Europe (BE) e European Roundtable of Industrialists (ERT), e sono state presentate alla Commissione Europea mesi (se non anni) prima che arrivassero nel marzo del 2011 sulle scrivanie dei capi di governo europei. La società civile dov’è? Da una parte si è ridotto il potere dello Stato e del settore pubblico con le privatizzazioni e la deregulation. Dall’altra stiamo trasferendo molti dei poteri nazionali degli Stati a una struttura più moderna a livello europeo. Il gruppo di studio olandese Corporate Europe Observatory ha complilato un raffronto fra le richieste di BE presentate ai tecnocrati della UE e il testo ufficiale dell’Europact. Fa venire i brividi a leggerlo, poiché molte parti del testo europeo sembrano un copia incolla di quanto scritto da BE. Per esempio, il ruolo supremo della Commissione fu chiesto in una lettera di BE del 4 di marzo 2011, venti giorni prima che comparisse nel testo dell’Europact. BE usò parole sfacciate: “Sottolineiamo il bisogno di dare un ruolo di primo piano alla Commissione, e di limitare il potere degli Stati Membri”.
Redditi
Per quanto riguarda i redditi, nell’autunno del 2010 BE aveva insistito che “è importante una maggiore flessibilità nelle strutture di contrattazione dei salari”, che si è tradotto nell’Europact in “rivedere le strutture decisionali sui salari e dove necessario il grado di centralizzazione di tale contrattazione”.
Pensioni
L’idea di allineare l’età pensionabile all’aspettativa di vita fu scritta da BE nel modo più chiaro già un anno prima che l’Europact proponesse di fare precisamente la medesima cosa. Nel testo di BE la frase era “mettete in relazione l’effettiva età pensionabile con l’aspettativa di vita”; nell’Europact la frase sarà “allineare l’età pensionabile con l’aspettativa di vita”.
Spesa Pubblica
Ancor più incredibilmente sfacciati sono i diktat di BE sul fatto che ogni forma di Spesa a Deficit Positiva al di sopra di quantità irrisorie sia resa illegale dai parlamenti nazionali della UE. Fra il giugno 2010 e il marzo 2011 BE pubblicò due memoranda dove comparvero parole come “trasposizione di regole sul deficit e sul debito in leggi nazionali” e “barriere al debito pubblico dovrebbero essere introdotte nelle leggi nazionali”.>
Maria Montella