PERCHE' IL NOSTRO PAESE GODE DI BASSA CREDIBILITA'

27.01.2014 19:24
 

 

Qual è la considerazione in cui i maggiori Paesi europei tengono l’Italia? Quanto, quindi, contiamo nei vari consessi internazionali? La risposta è molto semplice: poco, anzi molto vicino allo zero. Mi sono chiesto più volte da dove derivi questa incresciosa situazione. Sicuramente dalla poca attendibilità di cui gode la nostra Nazione per una serie infinita di motivi, fra cui la corruzione e la situazione politica alquanto confusa che da tempo immemorabile stiamo subendo. L’Italiano, per indole è poco attendibile, superficiale, litigioso, individualista e tali prerogative, non certo lusinghiere, risalgono a tempi passati. Secondo me bisogna risalire al medioevo, ai tempi cioè di John Hawkwood, italianizzato in Giovanni Acuto (1320 circa – 14 marzo 1394), epoca in cui le varie città stato erano l’un contro l’altra armate ed in cui l’Italia era terra di scorrerie di truppe mercenarie ora assoldate da un Signore, ora da un altro. Questa intrinseca litigiosità ci ha accompagnato fino ad oggi e ci vede vivere un campanilismo spinto fino all’eccesso. Un amico inglese mi raccontò una volta questa barzelletta che però spiega bene come siamo fatti:

Se in un lontano Paese si incontrano tre inglesi, questi immediatamente costituiscono un club. Viceversa, se in quel lontano Paese s’incontrano tre italiani, questi immediatamente costituiscono tre club.

Pertanto, questo spinto individualismo ci porta oggi ad avere una infinità di partiti e partitini che proliferano grazie alle profonde divisioni che attraversano noi italiani. E non servirà a nulla modificare la legge elettorale. Anche se infatti si riuscisse a portare in parlamento due o tre partiti al massimo, dopo poco si formerebbero comunque gruppi misti, nuovi partitini, scissioni varie ecc.

Tutto questo ovviamente non è un buon biglietto da visita e ci classifica come poco attendibili e poco affidabili. Una riprova di ciò sono i risultati ed il peso politico, quasi nullo, acquisiti in campo internazionale a fronte dei grandi sforzi compiuti, soprattutto nell’ultimo ventennio. Siamo stati e siamo tutt’ora i terzi contributori di forze dispiegate all’estero nelle così dette missioni di pace sotto l’egida delle Nazioni Unite e non siamo entrati, secondo me mai entreremo, nel Consiglio di Sicurezza. Quindi massimo sforzo con minimo rendimento. Dopo la prima guerra del Golfo, alla quale con grande sacrificio abbiamo preso parte con un piccolo contingente aereo e durante la quale abbiamo perso un aereo ed avuto due prigionieri, tutte le maggiori Nazioni Occidentali si sono assicurate grandi commesse per la ricostruzione del Kuwait tranne l’Italia a cui sono rimaste le briciole. Perfino i non partecipanti, quali la Germania, hanno avuto ricchi premi. Eppure noi dovremmo essere gli eredi i quell’immenso impero romano! Forse non è così perché abbiamo subito nel tempo invasioni barbariche e conquiste da parte di altre nazioni che hanno modificato profondamente l’etnia del nostro Paese. Dopo la battaglia di Canne, in cui furono fatti prigionieri ben 10.000 romani, Annibale chiese un lauto riscatto che però venne rifiutato. Linea politica dura, ferma e decisa che portò poi Roma alla vittoria finale. Ora basti vedere la linea politico/diplomatica che l’Italia ha tenuto nella vicenda dei due marò prigionieri in India che subito si capisce che non siamo i discendenti dell’antica Roma. Vibrate proteste, decisione di non rimandare più i militari in India, in Italia per le festività, e poi, di fronte alla voce grossa delle Autorità indiane ed alla minaccia della rescissione di un contratto milionario, ci siamo calate le braghe ed abbiamo mandato forse a morire i nostri due marò. Poi la pantomima delle dimissioni del Ministro Terzi e la pietosa audizione del Ministro della Difesa, Amm. Di Paola, davanti al Parlamento. Tutto ciò non fa che continuare a far scendere la considerazione del nostro povero Paese nei consessi internazionali. Se poi a ciò aggiungiamo la corruzione dilagante, il finanziamento illecito dei partiti, la mafia, la camorra, la ndrangheta, la sacra corona riunita, il malaffare e chi più ne ha più ne metta ….. si capisce che non può che essere così. La soluzione? Io credo che tutto si possa ricondurre a questa classe politica inetta ed inefficiente, a questa casta che ha scommesso sulla rovina del nostro Paese e che, purtroppo, ha vinto. Se però, in un momento d’orgoglio, i cittadini riuscissero a prendere coscienza della situazione e mandare a casa la citata casta, forse si potrebbe far ripartire il Paese e costruire anche una nostra nuova credibilità. Dovremo ricordarcene alle prossime elezioni, a partire da quelle europee di maggio prossimo venturo.